lunedì 1 novembre 2021

La straniera


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di Rodolfo Clix da Pexels


Era venuta con una nave dall'ovest, nei tempi in cui il deserto ai margini del nostro piccolo villaggio sull'altopiano non era ancora una meta frequentata dai turisti stranieri armati delle loro fotocamere prima, e dei loro smartphone dopo. Difficile dire da dove venisse, poiché parlava perfettamente più lingue senza la storpiatura di un accento particolare, e da come abbandonò subito i vecchi abiti e abitudini per adattarsi ai nostri, fu chiaro che doveva averli mutati in passato più di una volta. Eppure, per quanto provasse ad apparire come una di noi, per tutti lei rimaneva soltanto "la straniera".
A differenza dei turisti che avremmo accolto negli anni a venire, lei non viaggiava per piacere o per curiosità. Non lo faceva per cercare lavoro, come avevano fatto tanti dei nostri che si erano improvvisati minatori e avevano lasciato l'altopiano. Ed era troppo serena per essere in fuga da qualcuno che non era stato gentile con lei, o da un paese in cui la sua vita era stata in pericolo.
La straniera viaggiava perché il viaggio era la sua vita, e dunque nessuno di noi si aspettava che rimanesse.
Fu una luna dopo il suo arrivo che la straniera ci chiese di accompagnarla nel deserto. Le brave donne di San Pedro, con le quali la straniera tendeva a passare il suo tempo dato che consideravamo sconveniente che si intrattenesse con gli uomini, avevano già riferito con preoccupazione ai mariti di certi atteggiamenti bizzarri che la straniera non si era premurata di nascondere. Dicevano che parlasse con il vento, e che certe volte si fosse fermata all'improvviso come in ascolto di una voce che solo lei poteva udire. Talvolta l'avevano scorta in compagnia di un qualche animale, o di un estraneo venuto da chissà dove; dopo quegli incontri la straniera appariva sempre spossata, e per quanto ci avessimo provato, nessuno era mai riuscito a ritrovare la bestiola o la persona che la straniera aveva incontrato.
Svaniti, come se non fossero mai esistiti. Per queste stranezze, qualcuno aveva cominciato a chiamarla "la bruja", la strega.
La sua richiesta di essere accompagnata nel deserto da un manipolo di uomini del villaggio fu solo l'ennesima bizzarria, e dapprima le dicemmo che non si poteva fare. La straniera però era insistente, così le dicemmo che l'unico modo in cui avremmo potuto accompagnarla nel deserto era se fosse stata assieme a suo marito, così da non rischiare pettegolezzi indecorosi sul suo conto. Pensavamo in questo modo di scoraggiarla, invece lei avvicinò un giovanotto timido, che aveva avuto fin da subito un debole per lei, e le nozze furono celebrate nel giro di qualche giorno. La sua prima notte da donna sposata la straniera la trascorse nel deserto, al crepitare delle fiamme e all'ululato del vento che soffiava sabbia e polvere nelle crepe assetate. Mentre qualcuno dall'altro lato del fuoco traeva qualche malinconica nota dal flauto Pincollo, la straniera non ebbe alcun pudore nel giacere con suo marito, i loro corpi celati solo dagli strati di coperte che li isolavano dal freddo e dall'umidità della notte.
La mattina dopo, il deserto era di un rosa intenso per la fioritura di un tappeto di fiori che si spingeva in ogni direzione attorno a noi. Non era un fenomeno nuovo, ed è lo stesso che oggi attira centinaia di turisti, ma il tempismo di quell'evento apparve miracoloso agli uomini che avevano accompagnato la straniera. Lei si allontanò dal campo e si mise a danzare in mezzo a quei fiori, mentre il giovanotto timido che se l'era sposata rideva, felice come non era mai stato. Uno degli altri gli chiese se non aveva paura ad avere per moglie una straniera che poteva essere una bruja, ma lui rispose: – Certo che è una bruja, ma è una bruja buona. Perché mai dovrei aver paura di lei?
Quando tornò dal suo ballo solitario, la straniera aveva tra le braccia un cucciolo di lama. Un altro dei tanti animali spuntato da chissà dove.
Disse al marito che la bestia si chiamava Rayen, che era molto potente a dispetto della sua fragile apparenza, e che sarebbe partita con loro, poiché desiderava proteggere l'uomo, la straniera, e le figlie che avrebbero avuto. Gli altri uomini ascoltarono tutto, ma nonostante quelle parole, non videro il cucciolo tornare al villaggio assieme a loro, né lo videro allontanarsi dal gruppo. Era semplicemente sparito, anche se la straniera, appoggiata al marito per la stanchezza, assicurava che Rayen fosse ancora con loro.
Qualche giorno dopo anche la straniera e il suo novello sposo erano spariti, senza clamore e senza saluti. A San Pedro de Atacama non li rivedemmo mai più.

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