sabato 12 marzo 2022

Erudire

Erudire [e-ru-dì-re] v.tr. (erudisco, erudisci ecc.) 1. [sogg-v-arg] Istruire qualcuno, renderlo colto e informato. 2. [sogg-v-arg-prep.arg] In senso perlopiù scherzoso, informare, mettere al corrente qualcuno di qualcosa.

Etimologia: dal latino erudire, "dirozzare", composto da ex, "fuori", e da rudis, "rozzo", quindi letteralmente "tirare fuori dalla rozzezza.



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Andrea Piacquadio da Pexels


Erudire il fanciullo era il lavoro più ingrato che gli avessero mai proposto di fare. La bestiolina semplicemente non capiva, si agitava sulla sedia, lo fissava con occhi stolidi. E continuava a fare domande insulse con quella sua vocina gracchiante, "ma perché quei due popoli si sono fatti la guerra", o "che cosa succede se a tavola uso la forchetta sbagliata", o ancora "posso andare a giocare adesso?".
Solemestis era stanco. Stanco di essere soltanto un precettore, stanco di non avere acquisito alcun vero potere da quando, una decina d'anni prima, era riuscito a mettere un metaforico piede sulla soglia del palazzo del re grazie alla sofisticata invenzione di una vita che non gli era mai appartenuta. Era stato facile, con la sua parlantina e le nozioni che possedeva, far credere di aver già lavorato al servizio di nobili e ricchi possidenti stranieri, e di essere assai stimato da costoro, come attestavano le false lettere vergate "di loro pugno". Da lì, era passato dall'una all'altra famiglia tra quelle che gravitavano attorno alla corte del re, senza mai riuscire ad avvicinarsi di un passo alla sua meta.
Era ancora lì, a guardare dalla soglia la gente che contava davvero.
Tutto cambiò un giorno quando, una volta congedato l'ennesimo fanciullo inetto, uno dei suoi contatti tra la servitù, pagato profumatamente per tenere occhi e orecchie aperte e riferirgli tutto ciò di cui veniva a conoscenza, entrò nella sala del precettore con fare circospetto.
Solemestis alzò gli occhi al cielo, si sedette sullo scranno e mormorò: – Erudiscimi.
Quello non capì, segno che avrebbe avuto bisogno di un precettore anche lui. Ma alla fine, quando Solemestis riuscì a tirargli fuori le parole di bocca, comprese che quella era l'occasione che stava aspettando.
Si era liberato un posto da scrivano al fianco di uno dei consiglieri. La persona che lo ricopriva avrebbe avuto fra le mani tutte le delibere, le lettere, gli ordini che da quel sommo congresso sarebbero usciti.

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