sabato 2 luglio 2022

Unguento

Unguento [un-guèn-to] s.m. 1. Preparazione medicamentosa per uso esterno, i cui principi attivi sono incorporati in una sostanza grassa semisolida. 2. ant. Essenza (non medicamentosa) profumata.

Etimologia: dal latino unguentum, derivato da unguen, "grasso".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Dana Tentis da Pexels


Da quando avevo scoperto la verità avevo iniziato a passare più tempo con la guaritrice in catene. All'inizio la osservai sminuzzare erbe e preparare unguenti alla luce delle candele. Le sue dita agili danzavano in aria, e nel silenzio imbarazzato mi chiedevo se quei gesti non fossero parte della sua magia. Lei ogni tanto mi guardava e un sorriso compariva sul suo volto pallido.
Quand'era Demi, fuori dal caravan, era più ciarliera. Aveva tentato di avvicinarmi, ma io la evitavo, o mi fingevo impegnato in lavori di fatica in cui non poteva essermi d'aiuto. Non capiva che io non volevo avere a che fare con una ragazza fantasma. Preferivo la vera lei.
Cominciai ad aiutarla. Con la scusa di portarle le erbe che aveva raccolto Amaltea, la gitana dagli zoccoli caprini, mi chiudevo con lei nel caravan. Le prime parole che mi rivolse, sussurri appena udibili, furono che erba passarle e in quale barattolo riporre le bacche. Io le chiedevo gli effetti del liquido rosso o a cosa serviva l'incenso color ocra. Solo in seguito iniziammo a parlare davvero.
– Gli altri lo sanno? – fu la mia prima vera domanda.
I suoi occhi chiarissimi mi fissarono. Li distolse e riprese a mescolare l'unguento che si addensava nel pentolino. – Non tutti. Antares sì, lui sa ogni cosa riguardo a ciascuno di noi. Altri, ma non ti dirò i loro nomi.
– Perché?
Rise sommessamente. – Perché a loro non dirò che tu lo sai.
Non aveva senso. Ma lei tuffò le dita in un barattolo in cui rimaneva qualche traccia di una sostanza odorosa e me la spalmò sulla fronte, poi scese sul lato sinistro del volto, passò la guancia, la gola, la spalla, e fermò le dita sul mio petto, lasciato scoperto dalla camicia sbottonata. Il mostro dentro di me ebbe un sussulto, ma lo trattenni, e il dolore si placò. Ero diventato bravo a mantenere la calma.
– E questo, a cosa serviva? – le chiesi con voce roca.
Lei fece spallucce, e le catene ai suoi polsi strisciarono sul pavimento con clangori metallici. – Niente. È solo il mio profumo.

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