sabato 24 aprile 2021

Landa

Landa [làn-da] s.f. 1. Pianura arida in cui predomina la vegetazione bassa, erbacea o arbustiva, inadatta alla coltivazione. 2. estens. Territorio incolto, in abbandono.

Etimologia: proviene dal provenzale landa, di origine celtica, correlato con il lemma anglo-germanico land, "terra, paese".



Immagine liberamente disponibile su 
Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


La terra stava cambiando.
Lo avevamo notato ai lontani margini sudest di Elara: le Bianca Foresta, la meraviglia candida che era diventata la nostra casa quando eravamo tornati ad abitare sotto il cielo si stava diradando, gli alberi sempre più fragili, le foglie meno abbondanti e più secche. E non era, come temevano i più anziani tra noi, un altro effetto del Cataclisma. Stava accadendo qualcosa, qualcosa di diverso. Qualcosa di terribile.
Ancora non lo sapevamo, ma il nostro mondo stava andando in frantumi come un frammento di cristallo caduto su una roccia.
Locbarean fu la prima. Gli esuli che si trasferirono nelle foreste vicine raccontarono di alberi morti, il cui legno si riduceva in polvere al più leggero dei tocchi. Chi li accolse fu gentile con loro, ma non volle crederci anche se la Comprensione, quel misterioso sesto senso che avevamo sviluppato bevendo l'Acqua della Vita, diceva loro che i racconti corrispondevano al vero, e che quello era solo l'inizio. Toccò infatti a Calarmaris in seguito, e a Eyrallos Ir Adus, le prime Città nella Foresta ad aver dato rifugio a chi non aveva più una casa. Costoro videro tutto accadere di nuovo: la primavera che non recava né fiori né foglie, i rami che si spezzavano, e infine la polvere, candida quanto lo era stata la loro splendida foresta, il vanto della nostra terra. Ciò che si lasciarono alle spalle, cercando rifugio nell'entroterra, era solo una landa desolata con pochi alberi scheletrici, bassi e radi cespugli dalle foglie bianche che in qualche modo avevano resistito alla moria arborea, e le rovine di città un tempo popolose, perfettamente integrate con i tronchi secolari, e destinate a crollare in poco tempo avendo perduto il loro sostegno.
Per gli esseri umani può essere parso un processo lento, ma per noi non lo fu affatto. Nel corso di una sola generazione fummo costretti a cedere ogni pianura di Elara alla landa, che poi divenne deserto, e a rifugiarci nelle profondità dei monti da cui eravamo venuti.

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