sabato 3 aprile 2021

Scellerato

Scellerato [scel-le-rà-to] agg., s. 1. agg. Di persona, che ha commesso atrocità e delitti. 2. agg. Di cosa, che denota crudeltà ed efferatezza. 3. s.m. (f. -ta) Persona di estrema malvagità o che si è macchiata di crudeli delitti; anche usato con valore attenuato.

Etimologia: dal latino sceleratus, participio passato di scelerare, "macchiare di un delitto", derivato da scelus, "empietà, misfatto".


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Lei aveva mantenuto la sua promessa.
La creatura mostruosa che avevo scelto come dono della maggiore età, istigato dai suoi sussurri tentatori, finora non aveva mai fallito nel consigliarmi la mossa giusta per garantire il successo dei miei piani. Il nostro scellerato patto mi aveva condotto a mentire, corrompere e commettere omicidi, pur di eliminare chiunque potesse rivelarsi un ostacolo sulla mia strada; eppure, grazie ai suoi suggerimenti su quando, dove e come agire, nessuno aveva mai puntato il dito contro di me. Io ne ero uscito sempre pulito, l'eroe del popolo, il presidente che aveva posto fine alle ingiustizie dell'aristocrazia, che aveva reso grande la nostra minuscola nazione, degna finalmente di attirare l'attenzione dell'impero.
Era ovvio che dopo tutto quello che avevo ottenuto, non mi sarei fermato. Volevo di più. Volevo più territori, più potere. Con un esercito, e un'alleanza con una delle due teocrazie confinanti con la mia terra, avrei potuto sfruttare il loro stato di eterna belligeranza per invadere l'altra, e spartirmi ciò che ne restava con la rivale. O ancora meglio, esacerbare di nascosto il loro conflitto, per poi giungere come salvatore e prendermi tutto.
Le possibilità erano infinite. L'unico mio cruccio era la mia dipendenza da quel mostro e dalle sue capacità profetiche. Più arrivavo in alto, più grande diventava il mio debito di riconoscenza nei suoi confronti, e più cresceva il mio odio per lei. E lei lo sapeva.
Per questo, probabilmente, centellinava le informazioni che mi forniva. Non perché la visione del futuro fosse difficile da evocare o perché la affaticasse. No, la scellerata non mi diceva mai tutto, perché voleva assicurarsi che io avessi ancora, continuamente, bisogno di lei.

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