giovedì 16 dicembre 2021

Probabilità di vittoria: 0,016%


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Foto di Nataliya Vaitkevich da Pexels


Non stava andando bene. No, non stava andando affatto bene.
Si trovava un po' in disparte, su una collinetta che dominava il campo di battaglia, circondata dai corpi dei nemici che avevano osato inseguirla fin lì. Nessun altro sfidante in vista, perciò nell'attimo di respiro che le era concesso poteva permettersi di osservare le sorti del conflitto, e di ascoltare il clangore del metallo e le urla dei feriti che suonavano una sublime melodia alle sue orecchie. Grida di incitamento si levavano dalle poche schiere della sua gente che ancora marciavano compatte, squarciando con colpi metodici e ritmati le protezioni primitive dei nativi e aprendosi un varco tra gli schieramenti nemici. Ma si trattava di una felice eccezione, poiché per la maggior parte la sua gente era dispersa, sopraffatta dalla ferocia e dalla disperazione dimostrata da quei rozzi estranei ricoperti di pelli e metallo. Come quegli esseri primitivi, incapaci di andare d'accordo tra loro e di far progredire la propria civiltà oltre il livello di sopravvivenza, fossero riusciti ad avere la meglio sulla più formidabile e potente armata mai conosciuta dalla galassia, frutto di millenni di affinamento di tattiche di guerra e di strategie militari, era un mistero impossibile da svelare.
Il comandante rimase ancora un po' sulla collina, a osservare la disfatta del proprio esercito. Per l'ennesima volta tra il clangore delle armi risuonò il richiamo del corno, e da est una rombante carica di cavalleria piombò sulle ultime compagnie della sua grande armata che ancora resistevano ordinate al caos della battaglia che imperversava e ormai li circondava da ogni lato. Il terreno tremò fin sulla collinetta dove il comandante osservava mesta i suoi venire infilzati dalle lance dei cavalieri nemici, e l'icore grigio della sua gente si allargò in chiazze cupe sotto i corpi immobili.
Il comandante distolse lo sguardo dal campo di battaglia e premette due dita della mano destra sul bracciale che portava al polso sinistro.
– Computer. Stima dell'esito finale da questo punto – ordinò il comandante. Di fronte a lei ogni combattente si bloccò all'istante, i colpi vennero trattenuti e le morti rimandate. Tutto fu all'improvviso silenzio, un silenzio inquietante che emanava da migliaia di bocche spalancate. Preferiva di gran lunga le urla, anche se la maggior parte di quelle di dolore provenivano dalla sua gente.
Nel silenzio, una voce melodiosa le rispose – Probabilità di vittoria: 0,016%, comandante.
Il comandante diede le spalle alla battaglia e ordinò in tono stizzito: – Computer: termina simulazione H70982w30.
Esausta, uscì dalla camera di simulazione dopo un tempo che le era parso infinito. Aveva provato milioni di scenari, senza trovarne uno che offrisse una concreta possibilità di riuscita nella conquista del pianeta. Quell'ultimo tentativo era stato forse uno degli scenari più favorevoli, con una probabilità di vittoria finale più elevata e una resistenza più lunga da parte della sua armata.
Fuori l'attendeva il suo secondo in comando. – Prepara le navi alla partenza – ordinò il comandante. – L'armata di invasione A49 non sbarcherà su questo pianeta primitivo. Non c'è alcuna gloria nel soggiogare una specie così arretrata.
L'altro si allontanò per trasmettere gli ordini, e il comandante finalmente si permise di dare sfogo alla sua rabbia. Era stata una sua illustre antenata, ora un generale pluridecorato, a dirle che talvolta l'unico modo per vincere era quello di non combattere.
Eppure nel rifuggire la battaglia le pareva lo stesso di essere stata sconfitta.

***

Nel frattempo, mentre migliaia di astronavi aliene si allontanano in fretta e furia dal sistema solare, sulla Terra un paio di ragazzi fissano lo schermo di un computer.
– Incredibile! – mormora uno, ad occhi sgranati. – Wow, che forza! Ma come hai fatto a completare questo livello? È una cosa impossibile!
– Dai, impossibile no – fa l'altro, con un sorriso sornione sotto gli occhialetti da nerd. – Solo altamente improbabile. Se non sai come fare.
Il primo, più cicciottello, gli dà un'amichevole spintone. – "Altamente improbabile", dice. Ma lo sai che ho letto sul Manuale dei Videogames che questo è il livello più difficile del videogioco più difficile mai creato? Roba da pazzi, con tutti i possibili scenari generati casualmente e la IA del gioco che risponde in tempo reale alle tue tattiche, hanno calcolato che la probabilità di vittoria è circa dello 0,016%... praticamente, gli alieni vincono sempre. Non c'è speranza, io ho rinunciato a giocarci settimane fa. Ma insomma, dimmi come hai fatto, come hai fatto, come hai...
Lo spilungone con gli occhiali sorride ancora un po', beandosi di quel momento di gloria, poi si china sulla tastiera e rivela: – Sì, in effetti se gli alieni invadono la Terra non c'è speranza, sono troppo forti, i personaggi e le armi che ottieni nei livelli precedenti non sono livellati abbastanza per un boss finale così pompato. È un game over sicuro. Io... diciamo che ho aggirato il problema. Stile Kobayashi Maru, per intenderci.
– Hai... – il ragazzo paffutello indica lo schermo, incredulo. – Hai imbrogliato?
L'altro storce la bocca e arresta la danza delle dita sulla tastiera. – Non è proprio imbrogliare. Ho semplicemente hackerato il computer di bordo degli alieni in modo che le simulazioni pre-battaglia li diano come perdenti in tutte le situazioni, così loro non sbarcano, non combattono, e io passo il livello di default. Ganzo, no?
– Ganzo, fratello! – concorda l'amico, che gli offre la mano per battere il cinque.

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