lunedì 13 dicembre 2021

Sogno o son desta?


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di Rafael Cerqueira da Pexels


È un sogno. Deve esserlo, poiché io non ho mai visto una città del genere. Non ricordo nemmeno di aver camminato fin qui.
Le galline scorrazzano libere per le strade lastricate da pietre di forma irregolare, ovunque il chiasso e il vociare riempiono le piazze e le vie, una donna si trascina dietro una mucca. Fatico ad avanzare tra la folla, le case di stile antiquato, muri di pietra e tetti di legno, si stringono attorno alla strada, resa ancora più angusta da una serie di bancarelle e carretti che espongono mercanzia varia, dalle stoffe, alle spezie, a frutta e verdura e oggetti artigianali scolpiti nel legno o creati dal metallo fuso. Mi guardo attorno, girando su me stessa in quell'abbondanza, attratta dai richiami dei venditori e dagli abiti indossati da chiunque passi per la via, grezzi abiti da popolani dalle tinte neutre ai quali si mescolano ogni tanto le gonne di abiti più ricercati e dai colori vivaci, accompagnate da damerini in giacche e brache coordinate. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, al medioevo o giù di lì, in un giorno di mercato.
Ho già provato a darmi un pizzicotto, e no, non ha funzionato. Non mi sono svegliata.
Perciò mi godo questa gita, che sia sogno o realtà poco importa. Un rintocco di campana mi fa alzare lo sguardo verso l'alto, e non mi accorgo della folla che si apre al passaggio di un gruppo di guardie armate di picche, che marciano all'unisono calcando gli stivali. Vengo spintonata da chi mi sta accanto, barcollo e finisco addosso a un tizio con un arco e un cappuccio verde, che mi guarda austero sopra un paio di folti baffi neri. "Robin Hood" penso, ma non lo dico: quel dettaglio, ancora una volta, sembra confermare che mi trovo all'interno di un sogno. Cerco di arretrare ma una matrona corpulenta mi spinge di nuovo addosso all'uomo in verde, e allora svicolo di lato e fuggo via, incalzata dal rumore ritmato del passo marziale delle guardie, che pare quasi ricalcare quello del mio cuore. Non so perché, ma d'improvviso ho paura. Svegliati, mi dico, svegliati, basta sognare il profumo del pane appena sfornato e l'odore acre delle bestie e lo stuzzicante e goloso sentore della frutta conservata nel miele e la puzza di sudore e degli scoli all'aria aperta... e tra le voci bercianti, i muggiti, il chiocciare delle galline e gli spintoni, mi rendo conto che sembra tutto troppo reale per essere solo frutto della mia immaginazione.
Se non riuscirò mai a svegliarmi, come saprò se sto davvero sognando?

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