lunedì 25 aprile 2022

Solo un riflesso in uno stagno


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di Anna Rye da Pexels


Il mondo umano non è che un riflesso di Mith. Lo so, perché ciò che accade qui influenza quella terra per me inaccessibile, se non per mezzo delle visioni che posso evocare sulla superficie della mia prigione.
Uno specchio. Ironia crudele per colui che ha commesso l'errore di amare il suo riflesso.
Nella terra degli uomini, lì dove lei è trattenuta da catene d'oblio, la nostra storia è stata distorta fin quasi a renderla irriconoscibile. E così, per voi, io sarei uno sciocco vanesio innamorato di se stesso, che per seguire la sua brama è perito nell'umido abbraccio di uno stagno.
Credetemi, vorrei che fosse così semplice. Nessun altro da incolpare o condannare se non me stesso. Ed è probabile, non lo so per certo, che un ultimo respiro nell'istante di un'effimera e ingannevole gioia fosse un destino preferibile all'agonia di poter vedere tutto, persino lei, senza mai poterlo toccare. Senza poter cambiare la sorte di nessuno, nemmeno la mia.
Non so perché nel tramandare il mio ricordo avete omesso di narrare che non ero solo. Che lei era la mia immagine riflessa, e che per un breve tempo, prima che i Divini ci scoprissero e ci separassero, ci siamo amati. Forse tutto ciò fa parte della sua prigione, tanto dissimile dalla mia.
La sua condanna, come ho detto, è l'oblio. Lei infatti vive una vita umana, libera di fare tutto ciò che le aggrada, tranne ricordare me. Ricordare noi, ciò che siamo stati l'uno per l'altra, e la sua natura di Floràe.
Solo di notte, quando giace priva di conoscenza, il mio ricordo la tormenta in sogno. Solo allora, e nemmeno interamente, lei rammenta. Ma non comprende, non sa chi sia quel riflesso diverso, e non avverte la mia voce che la chiama; e al mattino, al suo risveglio, tutto è dimenticato, la mia immagine perduta.
Mi manca il respiro ogni volta che, dalla prigione del mio specchio, posso assistere ai suoi sogni. Addensa l'aria la mia disperazione, la rende liquida, e bolle gorgoglianti mi ovattano le orecchie, sfuggendo dalle mie labbra con l'ultimo fiato. Mi dibatto, e i pugni chiusi martellano lo specchio, traendone rintocchi cristallini che si propagano all'infinito nelle profondità azzurre alle mie spalle.
Non giungerà alcuna salvezza dall'immensità del mio mondo riflesso. Di questo almeno sono certo, perciò non ho mai perso tempo nel futile esercizio di esplorarlo. Cerco di restare a galla, di restare ancorato il più possibile alla mia unica finestra sul mondo. Sul mondo di Mith, lì dove servo i sovrani Glacies, coloro che hanno preso il posto degli scomparsi Divini che mi imprigionarono. E sul mondo degli uomini, quello in cui lei vive, chiamandolo casa.
Non posso sognare, quel lusso non mi è concesso. Ma se potessi, vorrei poter immaginare il giorno in cui la sua mano infrangerà la superficie dello stagno e mi riporterà in superficie, alla vita che fui costretto a lasciarmi alle spalle, per tornare ad abbracciarla, a sentire il suo corpo contro il mio, le sue braccia allacciate alla mia nuca, le nostre labbra che si cercano a occhi chiusi.

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