sabato 14 maggio 2022

Facondia

Facondia [fa-cón-dia] s.f. Facilità di parola, scioltezza ed eleganza d'espressione.

Etimologia: dal latino pecunia, "facundia", derivato dal verbo fari, "parlare".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di Henri Mathieu-Saint-Laurent da Pexels


Altro che facondia, da bambino tendevo a balbettare. Non so se la mia insicurezza fosse dovuta ai continui trasferimenti della nostra famiglia, che mi relegavano sempre nella spiacevole condizione di "quello nuovo", il ragazzino che non aveva amici e che non si sapeva orientare. O, più probabilmente, la mia incapacità di esprimermi dipendeva dai miei amici segreti, quelli con cui non condividevo i banchi di scuola, bensì le notti stellate. Loro non avevano bisogno di parole per essere intesi, e un po' mi stavo adattando anch'io a parlare senza aprire bocca.
Questo a scuola mi mise in una brutta posizione: essere silenzioso, in un mondo di urlatori e primedonne, veniva spesso confuso con l'essere stupido. Fu uno dei miei insegnanti, il migliore che potessi trovare sulla mia strada, ad accorgersi di quanto fossi sveglio dietro la mia facciata taciturna.
Era un giovane insegnante di musica, forse alle prime esperienze dopo l'accademia, sebbene come tutti gli adulti a noi ragazzi sembrasse molto più vecchio di noi. Io, chiuso in un mondo che ai più sarebbe parso incomprensibile, invidiavo la sua passione e l'incredibile facondia con cui narrava di musicisti e compositori vissuti secoli addietro. Sembrava quasi che li avesse conosciuti, che avesse parlato con loro, e talvolta il suo eloquio assumeva i toni elaborati di un libro stampato, pur senza perdere un'oncia della sua spontaneità. Ascoltarlo era... magico.
Era come quando di notte ascoltavo i miei amici da lassù sussurrare i loro segreti alla mia mente.
Nonostante mi vedesse solo due volte la settimana, lui capì che assorbivo dalle sue lezioni molto più dei miei smarriti coetanei. E un giorno mi disse una cosa che non ho più dimenticato.
Fu grazie a lui se da quel momento mi iscrissi ai corsi di teatro e di retorica in ogni scuola che mi sono trovato a frequentare. Oggi gliene sono immensamente grato.
Perché puoi conoscere i misteri dell'universo, ma non puoi proteggerli se non conosci le parole per farlo.

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