lunedì 23 maggio 2022

Guarigioni


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Al sicuro, di giorno e dall'alto della torre centrale del palazzo reale di Laeverth, la nostra situazione non sembra poi così disperata. Le urla e l'occasionale boato del proiettile di una catapulta o di un trabucco che si schianta contro le mura giungono attutiti alle nostre finestre, e l'esercito degli assedianti, composto da alcune tra le più immonde creature partorite dalla terra e dagli esseri umani presi come schiavi, o soggiogati dalle promesse di coloro che sono diventati i loro padroni, non appare più minaccioso di uno schieramento di formiche. In assenza dei demoni, i loro sforzi per fiaccare la nostra resistenza non sono degni di nota, tanto che più di una volta i cavalieri di Laeverth sono usciti dalle mura con l'intento di distruggere le macchine da guerra del nemico e di ingaggiare in battaglia quelle creature, numerose ma molto meno addestrate. Il solo suono dei corni che annuncia la carica è sufficiente a spaventare e mettere in fuga i pochi che si azzardano a farsi più vicini alle mura per scalarle o tentare di sfondare le porte con un ariete, e l'olio bollente si prende cura dei più temerari. Sono lontana dalla battaglia, è vero, ma so tutto di quelle incursioni dai capitani dei valorosi cavalieri di Laeverth, che mi ragguagliano ogni sera sui progressi fatti per rompere l'assedio. Dalle loro parole trapela il clangore di metallo delle spade, il tremore della terra sotto gli zoccoli dei loro destrieri, la loro esultanza al crollo di un trabucco di legno dato alle fiamme e le urla di agonia di quelle orribili creature massacrate e dei nostri feriti. Di sera possiamo rallegrarci di una buona giornata.
Di notte, i demoni si svegliano, escono dalle loro tane e ogni nostro progresso viene vanificato. Sotto gli occhi dei loro crudeli padroni, i nostri nemici riprendono vigore e coraggio. Le catapulte colpiscono senza sosta, dardi incendiari oltrepassano le mura e le fiamme ardono alte tra le case per ore prima di aver ridotto in cenere le dimore della nostra bella città, o essere state spente da una squadra di volontari che portano acqua dai pozzi.
Siamo esausti. I guaritori lavorano senza sosta, giorno e notte, per rimettere in piedi i feriti che torneranno a combattere fino alla morte. Chi non è in grado di combattere, di notte si rifugia nelle cantine, o dietro le solide porte dei templi, poiché i demoni calano nelle strade e uccidono chiunque capiti loro a tiro. L'oro che abbiamo fuso per ricoprire le spade è l'unico metallo che riesca a scalfire le loro corazze, ma in città è sempre più raro trovarne ed è molto difficile mantenere affilate armi simili. È il simbolo più adatto per i soldati che difendono Laeverth: sempre più pochi, sempre più stanchi. Da giorni attendiamo rinforzi da Ossimoro che tardano ad arrivare.
– Sono degli ingrati! – mi dice mia figlia. – Dopo tutto quello che hai fatto per loro!
Invano la invito ad avere pazienza, a confidare nel messaggero che abbiamo inviato. Jossintaur non tradirà la mia fiducia, ne sono certa. Lui conosce tutta la storia, lui sa qual è la posta in gioco.
Siamo finiti nel mezzo di una guerra che non ci appartiene, non è alla caduta di Laeverth che mira il re dei demoni, bensì ad ottenere l'attenzione di Julian e a conquistare ciò che proteggiamo per suo conto. Julian di Ossimoro, cresciuta qui a Laeverth, la figlia di uno dei miei cavalieri. Era ovvio che avrebbe pensato alla regina della città di cristallo per custodire ciò che aveva di più prezioso, una volta capito che sarebbe stato in pericolo presso di lei. Pensava che i demoni avrebbero attaccato lei e la nuova città appena fondata, Ossimoro. Ma lui la conosceva bene, e prima di combatterla ancora una volta, voleva assicurarsi il controllo di ciò che io proteggevo, o la sua distruzione. Il Prisma, così piccolo, così importante.
La frattura tra il re dei demoni e Julian non poteva essere sanata nemmeno con il più potente dei cristalli magici, e ciò che chiamavamo "il Prisma" non faceva eccezione. Non si sarebbe fermato di fronte alla sua miracolosa perfezione. Ma non avevo considerato che non lo avrebbe fatto nemmeno mia figlia, non avevo pensato che sarebbe stata pronta a sacrificare un innocente per le nostre vite.
A mia insaputa, era uscita da sola dalla città per fare un accordo con i demoni.
Ma i demoni non fanno accordi.

***

Mi avrebbero restituito mia figlia in cambio della resa di Laeverth. Non mi dissero che me l'avrebbero restituita moribonda, al di là di ogni speranza di salvezza persino per il migliore dei guaritori che mi era rimasto accanto, assieme a una piccola scorta della mia guardia personale, che si assottigliava sempre di più nel tentativo di difendere la residenza estiva della mia famiglia, un palazzo non fortificato fuori dalle mura.
– Non possiamo fare nulla, maestà. Avete sacrificato Laeverth invano – mi rimproverano i guaritori.
– Ho sacrificato bianche mura, e torri dalle vetrate scintillanti. Uno scheletro vuoto, ma i suoi abitanti sono al sicuro, a piccoli gruppi, diretti a Escalona e alle città vicine. I demoni hanno seguito noi.
Pensano che io abbia il Prisma, ma non lo dico. Non è così.
La battaglia si è fatta più vicina, sento il clangore delle lame d'oro contro gli esoscheletri dei demoni appena fuori dalle porte della biblioteca, sento le urla, il fuoco che brucia. Non ho più bisogno di immaginarlo dai racconti dei capitani. Non mi restano che pochi momenti, e io so come spenderli.
Cerco un libro di incantesimi proibiti, conservato tra gli scaffali della mia biblioteca. Mostro ai guaritori la pagina nel cuore del grosso tomo che odora d'incenso, e loro spalancano gli occhi, spaventati.
– Pronuncerò io le parole, ma ho bisogno che mi aiutiate a predisporre il rito.
– Maestà... l'incantesimo prenderà la vostra vita... – mi ricordano, come se ce ne fosse bisogno.
– Siamo già morti, tutti noi, quando sfonderanno quelle porte. Ma lei... – Indico mia figlia che rantola sul tavolo della biblioteca. – Ha una possibilità. Vivrà di nuovo, e crescerà, e tornerà a casa, quando sarà pronta.
Jossintaur la proteggerà e l'aiuterà a ricordare. È la sua ultima promessa, e io so che non mi deluderà.
L'anima di mia figlia rinascerà questa notte oltre il confine che separa i due mondi, e avrà una possibilità di rimediare al suo errore e guarire la nostra terra martoriata dalla guerra.

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