sabato 7 maggio 2022

Panoplia

Panoplia [pan-ò-plia] s.f. 1. Armatura completa di un guerriero; in particolare quella degli antichi opliti. 2. Insieme di armi bianche o di parti di un'armatura, disposte su una parete o raffigurate a scopo ornamentale.

Etimologia: deriva dal greco panoplia, composto da pan, "tutto", e da oplon, "arma".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Durante tutta la cerimonia me ne ero rimasta in disparte, al fianco della principessa come prevedeva il mio ruolo, che ufficialmente era quello di dama di compagnia. Invidiai Eric, poiché lui poteva essere se stesso, senza dover portare una maschera. Mio fratello, il nuovo cavaliere al servizio del re.
Non mi avvicinai per fargli le mie congratulazioni, ma ci scambiammo un cenno, da lontano. Solo a tarda notte, quando i festeggiamenti erano terminati e la mia signora dormiva al sicuro nel suo letto, sgattaiolai via per i corridoi deserti, diretta all'armeria. Conoscevo la strada, ci ero andata tante volte, specialmente a notte fonda, a fantasticare di fronte alla panoplia in bella mostra contro le pareti, lucida e luccicante alla luce di una candela. Mi ero immaginata indossare la cotta di maglia, allacciare gli schinieri, sollevare una spada e affrontare un misterioso avversario. Il più delle volte, il mio rivale aveva la brutta faccia di uno di quei signorotti che mi guardavano dall'alto in basso, tronfi nelle loro lucide armature indossate solo in occasione delle giostre.
Non avevano idea di che cosa significava davvero combattere. Io dovevo combattere ogni giorno per il diritto di stare dov'ero.
– E così, finalmente ce l'hai fatta – dissi, non appena scorsi mio fratello che rimetteva al loro posto le varie parti della panoplia da cerimonia.
– Già, e senza prendere scorciatoie. – Quando mio fratello si voltò e vide l'effetto che quelle parole avevano avuto su di me, scosse la testa e aggiunse: – Scusa. Non intendevo dire che per te è stato facile.
– Non lo è neppure adesso – replicai mentre mi avvicinavo per sciogliere gli ultimi lacci. Mormorai al ragazzino che lo stava aiutando a svestirsi di andare a dormire, che ci avrei pensato io. Quello protestò un poco, ma quando al mio ordine si aggiunse quello di mio fratello, il marmocchio si girò e filò via.
– Vedi? Nessuno dà retta a me – biascicai contrariata. – Non finché continuerò a indossare una gonna.

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