sabato 1 dicembre 2018

Congettura

Più campata in aria di un'ipotesi, più complessa di un'illazione, meno ambigua di una presunzione, più facile da pronunciare di una presupposizione... o almeno, così è come la immagino.

Congettura [con-get-tù-ra] s.f. Giudizio basato su dati non probanti, supposizione, ipotesi.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero


Di congetture, e di personaggi congetturanti, nelle mie storie ce ne sono parecchi. Il difficile stavolta è stato sceglierne solo uno. Quello che alla fine mi ha ispirato, mi ha sorpreso... non era tra i primi a cui avrei pensato collegati a questa parola.


Era solo una congettura. O mi stava mentendo. Non mi fidavo, ma Neve era una creatura del Piccolo Popolo, e una con un grande potere. Decisi di stare al suo gioco.
– Quindi, ora devo ringraziarti per avermi aperto gli occhi su Belial. – Spezzai i cristalli di brina sui rami di un rovo, frastagliati come foglie di agrifoglio. Crepitarono tra le mie dita. – È così che funziona, no? Che cosa vuoi in cambio?
Neve mi fissò senza battere ciglio. Mugolò, e un soffio gelido mi graffiò il volto.
– Non prendere in giro me, Infero. I patti sono una cosa seria, dalle mie parti. – Neve allargò un braccio verso l'estremità del ramo su cui era seduta. Il ramo tremò e lasciò cadere una pioggia di frammenti bianchi. – Se avessi voluto farne uno, non ti avrei rivelato subito quanto ti ho detto. Non prima di esserci accordati sul prezzo.
– E io dovrei credere che qualcuno della tua specie faccia qualcosa solo per... generosità? – Incrociai le braccia. Il suo sfoggio di effetti speciali non m'impressionava.
– Lo hai creduto di Belial. Per tanti, tanti anni. – La sua voce stridente assunse un timbro divertito. – Lo dovresti sapere, tu meglio di chiunque altro, che la pietà o l'altruismo non fanno parte della natura di un Infero. Perché salvarti la vita, perché tenerti al sicuro, se non pensa di poter trarre vantaggio da te?
Scossi la testa. – Vedi, ecco dove le tue congetture fanno acqua. Tu sai chi sono. Sai che non sono potente come uno di loro. Anche se mi addestrasse... resto uno di loro solo a metà.
Strinsi i pugni.
Neve rise, o almeno così mi sembrò: il rumore era più simile a quello di una stalattite di ghiaccio che andava in pezzi.
– Ma è qui che ti sbagli, Infero. Tu non sei utile per ciò che hai, piuttosto... per ciò che non hai.
La fissai mentre scivolava giù dal ramo, e per la prima volta la sua accusa aveva un senso. Sapevo di cosa stava parlando, prima ancora che le sue labbra fredde si schiudessero, soffiando quelle due parole con la violenza di un vento artico: – Un nome.

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