giovedì 6 dicembre 2018

Non solo Blu

(racconto, o meglio, rielaborazioni di racconto ispirate alla Sfida numero 11. Ho ripreso il brano Oceano Blu e ho fatto due esperimenti: nel primo ho cambiato colore e finale, nel secondo ho eliminato la lettera U)

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.



Oceano Blu (brano originale)


Blu mare, blu cielo stellato al crepuscolo, blu inchiostro di biro, blu petalo d’iris, blu zaffiro scintillante. Blu. Oceano Blu. Il mio nome. Pelleblu mi chiamavano i bambini a scuola, Puffo, mostro, scherzo della natura, Arianna li inseguiva e li minacciava con gli insulti che aveva imparato dai ragazzi delle medie. Mi ha sempre difeso, mia sorella. E la mamma mi ha regalato una scatola di matite tutte azzurre e blu il primo anno che ho passato con loro, il mio compleanno in mancanza di altra data. “Per disegnare tutti quanti blu”, mi ha detto. Mi hanno preso quando nessun altro mi voleva per colpa dei miei colori, pelle blu carta da zucchero, occhi turchesi e capelli blu oltremare. Una tinta che non si lava via, non è uno scherzo crudele di un pittore in vena di stranezze, né si spiega pensando che io provenga da altri mondi lontani e diversi. Blu pianeta blu, è questa la mia terra, mamma mi ha portato a fare ogni possibile analisi da alcuni medici suoi amici fidati, con discrezione, sperando di aiutarmi a ritrovare la mia famiglia. Il risultato? Una famiglia adesso ce l’ho, e sono umana dentro e fuori, a parte il blu.

Foresta Verde


Verde prato, verde ramarro che si scalda al sole, verde speranza, verde fronda di felce, verde smeraldo scintillante. Verde. Foresta Verde. Il mio nome. Pelleverde mi chiamavano i bambini a scuola, marziano, mostro, scherzo della natura, Arianna li inseguiva e li minacciava con gli insulti che aveva imparato dai ragazzi delle medie. Mi ha sempre difeso, mia sorella. E la mamma mi ha regalato una scatola di matite tutte verdi e lime il primo anno che ho passato con loro, il mio compleanno in mancanza di altra data. “Per disegnare tutti quanti verdi”, mi ha detto. Mi hanno preso quando nessun altro mi voleva per colpa dei miei colori, pelle verde erba, occhi di giada e capelli verde marino. Una tinta che non si lava via, non è uno scherzo crudele di un pittore in vena di stranezze. I bambini che mi prendevano in giro non lo sapevano, ma un po' avevano ragione. Verde pianeta verde, non è questa la mia terra, mamma mi ha portato a fare ogni possibile analisi da alcuni medici suoi amici fidati, con discrezione, sperando di aiutarmi a ritrovare la mia famiglia. Il risultato? Non è questa la casa dove sono nata, ma è questa la casa dove ora vivo. Una famiglia adesso ce l’ho, e anche se non sono umana dentro e fuori, faccio parte comunque di questo mondo verde.

Blu senza U


Color onda di mare, indaco cielo stellato dopo il tramonto, inchiostro di biro, tinta petalo d’iris, zaffiro scintillante. Celeste. Oceano Celeste. Il mio nome. Pellestramba mi chiamavano i bambini in classe, sgorbio, mostro, obbrobrio, Arianna li rincorreva e li minacciava con le parolacce che aveva imparato dai ragazzi delle medie. Mi ha sempre difeso, mia sorella. E la mamma mi ha regalato tante matite, dal celeste all'indaco, il primo anno che ho passato con loro, il mio compleanno in mancanza di altra data. “Per disegnare le persone celesti”, mi ha detto. Mi hanno preso perché gli altri non mi volevano per colpa dei miei colori, pelle color fiordaliso, occhi ciano e capelli tinta oltremare. Tinta che non si lava via, non è lo scherzo cattivo di pittori in vena di stranezze, né si spiega pensando che io provenga da altri mondi lontani e diversi. Bel pianeta Terra, sei il mio mondo, mamma mi ha portato a fare ogni possibile analisi dai medici che conosce, amici fidati, con discrezione, sperando potesse servire a ritrovare la mia famiglia. Che abbiamo scoperto? Che la famiglia io ce l’ho, e sono come gli altri, dentro e all'esterno, a parte il celeste.

Nessun commento:

Posta un commento