lunedì 3 dicembre 2018

Sfumature di Blu

(racconto, o meglio, rielaborazioni di racconto ispirate alla Sfida numero 11. Ho ripreso il brano Oceano Blu e ho fatto due esperimenti: nel primo provato ad abbreviarlo il più possibile, nel secondo ho eliminato la parola ricorrente "blu")
 
Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
 


Oceano Blu (brano originale)


Blu mare, blu cielo stellato al crepuscolo, blu inchiostro di biro, blu petalo d’iris, blu zaffiro scintillante. Blu. Oceano Blu. Il mio nome. Pelleblu mi chiamavano i bambini a scuola, Puffo, mostro, scherzo della natura, Arianna li inseguiva e li minacciava con gli insulti che aveva imparato dai ragazzi delle medie. Mi ha sempre difeso, mia sorella. E la mamma mi ha regalato una scatola di matite tutte azzurre e blu il primo anno che ho passato con loro, il mio compleanno in mancanza di altra data. “Per disegnare tutti quanti blu”, mi ha detto. Mi hanno preso quando nessun altro mi voleva per colpa dei miei colori, pelle blu carta da zucchero, occhi turchesi e capelli blu oltremare. Una tinta che non si lava via, non è uno scherzo crudele di un pittore in vena di stranezze, né si spiega pensando che io provenga da altri mondi lontani e diversi. Blu pianeta blu, è questa la mia terra, mamma mi ha portato a fare ogni possibile analisi da alcuni medici suoi amici fidati, con discrezione, sperando di aiutarmi a ritrovare la mia famiglia. Il risultato? Una famiglia adesso ce l’ho, e sono umana dentro e fuori, a parte il blu.

Blu ristretto


Oceano Blu. Il mio nome. I bambini a scuola mi chiamavano Puffo, mostro, scherzo della natura. Arianna li inseguiva e li minacciava. Mia sorella mi ha sempre difeso. E mamma mi ha regalato una scatola di matite azzurre e blu per il mio compleanno, “per disegnare tutti quanti blu”, mi ha detto. Nessun altro mi voleva per colpa dei miei colori, pelle blu carta da zucchero, occhi turchesi e capelli oltremare. Una tinta che non va via. E non provengo da un altro mondo, è questa la mia terra. Ho fatto ogni possibile analisi da medici fidati, con discrezione. Il risultato? Sono del tutto umana, a parte il blu.

Vietato dire Blu


Oltremare, cielo stellato al crepuscolo, inchiostro di biro, petalo d’iris, zaffiro scintillante. Celeste. Oceano Celeste. Il mio nome. Pelleazzurra mi chiamavano i bambini a scuola, Puffo, mostro, scherzo della natura, Arianna li inseguiva e li minacciava con gli insulti che aveva imparato dai ragazzi delle medie. Mi ha sempre difeso, mia sorella. E la mamma mi ha regalato una scatola di matite tutte ciano e cobalto il primo anno che ho passato con loro, il mio compleanno in mancanza di altra data. “Per disegnare tutti quanti cerulei”, mi ha detto. Mi hanno preso quando nessun altro mi voleva per colpa dei miei colori, pelle carta da zucchero, occhi turchesi e capelli indaco. Una tinta che non si lava via, non è uno scherzo crudele di un pittore in vena di stranezze, né si spiega pensando che io provenga da altri mondi lontani e diversi. Pianeta acquamarina, è questa la mia terra, mamma mi ha portato a fare ogni possibile analisi da alcuni medici suoi amici fidati, con discrezione, sperando di aiutarmi a ritrovare la mia famiglia. Il risultato? Una famiglia adesso ce l’ho, e sono umana dentro e fuori... a parte il colore che non posso dire.

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