sabato 22 maggio 2021

Desultorio

Desultorio [de-sul-tò-rio] agg. (pl.m. -ri) Che è particolarmente abile a saltare; in senso figurato, irregolare, caratterizzato da frammentarietà, discontinuità.

Etimologia
: dal latino desultorius, aggettivo di desŭltor, "saltatore", derivato dal verbo desilīre, "saltar giù".


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Jean van der Meulen da Pexels


Gli avevamo fornito il miglior cavallo della città, uno stallone possente e desultorio, così che nessun ostacolo potesse interrompere o rallentare il cammino del messaggero. Eppure, quando tornò, Aevos giunse in città a piedi, un solitario e stremato baluardo della nostra speranza che andana spegnendosi.
Le guardie reali lo avevano già interrogato quando giunsi al suo cospetto, accompagnata dalla mia scorta personale, l'unico di cui potessi davvero fidarmi, l'Errante Jossintaur. Mi dissero che non molto era possibile dedurre dal suo discorso sconnesso, desultorio e allucinato.
Tuttavia volli provare a parlargli, augurandomi che una visita da parte della sua regina fosse sufficiente a fargli ritrovare la calma e la lucidità.
Non fu così.
Il suo resoconto fu un delirio inframmezzato da singhiozzi, in cui il ricordo di incubi alati si mescolava all'oscurità della notte e alle urla di dolore, che a quanto mi era dato di capire provenivano da altri prigionieri, presi prima di lui e mai liberati.
Aevos non era riuscito a salvarsi: ci era stato inviato come messaggio. Le guardie reali gli avevano dato una coperta con la quale si nascondeva ai miei occhi per pudore, eppure anche così riuscivo a scorgere il suo volto tumefatto e i tagli rimarginati da una magia oscura sulle sue gambe.
Uscita dalla stanza mi appoggiai a una parete. Il mio respiro desultorio rivelava le impressioni che mi aveva lasciato quell'incontro. Jossintaur, al mio fianco, era pronto a sorreggermi.
– Che cosa ne pensi? – gli chiesi, alzando gli occhi sulla mia roccia.
– Penso che dovresti parlarne con il tuo consorte, non con me. – Jossintaur fu freddo e diplomatico, come richiedeva il suo ruolo. Ma, dopo un istante di esitazione, aggiunse: – Dirgli di preparare i cavalieri di Laeverth a un attacco, e la città a un assedio. Spero di sbagliarmi, ma i demoni si fanno più audaci e violenti di giorno in giorno.
Speravo di sbagliarmi anch'io, ma le sue parole riflettevano esattamente i miei pensieri.

Nessun commento:

Posta un commento