sabato 3 luglio 2021

Livore

Livore [li-vó-re] s.m. Sentimento di invidia o di rancore.

Etimologia: dal latino livórem, derivato da livère, "essere di colore giallo-plumbeo".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by Andrea Piacquadio from Pexels


Ero cambiata da appena due anni quando incontrai Jennifer. All'epoca avevo l'abitudine di infiltrarmi nei locali notturni mescolata al personale, spesso grazie alla complicità delle donne che avevo aiutato.
Jennifer non era come loro.
Fin dalla prima volta che la vidi capii che era diversa. Non era vuota e spaventata come le vittime a cui avevo concesso la mia giustizia. Certo, c'era stata rabbia anche in loro, rabbia per non essere state ascoltate, per essere state messe alla gogna al posto dei colpevoli; ma Jennifer era colma di un livore feroce che le deformava il volto e ingobbiva la postura in una posa d'attacco. Pareva che volesse fare a pugni con il mondo.
La sua voce non era tra le suppliche addolorate che sentivo giungere in ogni istante, le preghiere alla Madre che raccoglievo ed esaudivo.
Lei venne da me non per chiedere, bensì per pretendere.
– Dicono che tu sia quella vendicatrice, Mary Autumn.
L'affermazione mi sorprese. Usavo un altro nome al lavoro, e avevo persino mutato il mio aspetto dopo aver imparato a farlo l'estate precedente.
Una delle ragazze aveva parlato.
– Mi confondi con una leggenda – ribattei, raccogliendo le mie cose. Aveva atteso l'orario di chiusura per avvicinarmi: non voleva testimoni di ciò che stava per dire.
– Oh no, non fare la finta tonta. Io so che tu sei lei. Sei quella che punisce gli uomini che si sono comportati male. Li fai sparire, o li ammazzi... che cosa ne fai, sinceramente non mi interessa. Puoi anche mangiarteli per quanto mi riguarda. – Jennifer capì che non le stavo dando retta, perciò mi afferrò per un gomito. – Tu devi farlo al mio ex!
Mi voltai e le rivolsi uno sguardo gelido. – Devo? – Liberai il braccio e mi allontanai. Lei mi seguì perorando la sua causa, alzò la voce e minacciò e insultò.
Avevo già visto quell'atteggiamento. Era lo stesso livore che prendeva gli uomini che conducevo nella foresta, quando capivano che a dispetto delle apparenze ero io quella più forte, e avrei fatto di loro ciò che volevo.

Nessun commento:

Posta un commento