sabato 15 ottobre 2022

Bislacco

Bislacco [bi-slàc-co] agg. (pl.m. -chi, f. -che) Di chi si comporta in modo strambo; stravagante, bizzarro; estens. che è privo di logica, di razionalità; balzano.

Etimologia: etimologia incerta, forse dal dal veneto bislaco, soprannome che si dava ai Veneti del Friuli e agli Slavi dell'Istria, dallo sloveno bezjak, "sciocco"; oppure è un'alterazione del termine sbilenco "storto, deforme", con la sostituzione del falso suffisso "-enco" con "-acco"; per altri invece sarebbe formato dall'unione del suffisso latino bis, "due volte", usato con valore peggiorativo, all'antico tedesco lanca, "coscia, lato, fianco", o all'antico tedesco slach, "debole, floscio", o al latino laxus, "sciolto, rilassato", a indicare nel primo caso qualcuno che zoppica, e negli altri due un'indole pigra e vile.



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Andrea Piacquadio da Pexels


Non avevo mai avuto amici. Compagni di classe, sì. Amici, mai.
Il motivo era da ricercare nella storia della mia famiglia, che come tutte le antiche stirpi che ancora abitavano in vecchie magioni e rifiutavano di cedere le usanze ancestrali in cambio delle nuove mode, aveva fama di essere composta da gente piuttosto bislacca. Una specie di famiglia Addams, insomma. Questo pensavano di noi.
Non lo si sarebbe detto di me, in una normale mattinata di scuola; ma, volente o nolente, ero costretta a condividere agli occhi degli altri i tratti che rendevano la mia famiglia tanto particolare e discussa.
E così giravano chiacchiere, e gli altri ragazzi mi rivolgevano domande indiscrete, a tratti ironiche e in altri casi maliziose.
Tipo, se era vero che ci sposavamo tra cugini, perché doveva senza dubbio essere stato questo a renderci un po' tocchi; oppure se le donne della mia famiglia invocavano il diavolo e danzavano nude al chiaro di luna. A peggiorare la situazione, ero molto più brava di loro in tutte le materie, il che contribuì non poco a isolarmi.
Marta era stata l'unica ad avvicinarmi, forse per approfittare delle mie doti per lo studio, o più probabilmente per poter sbirciare che cosa succedeva davvero dietro la porta chiusa di casa mia. Aveva trovato molto di più di ciò che sperava di ottenere, perciò mi aspettavo che da un momento all'altro la fama della mia famiglia passasse da simpaticamente bislacca a orribilmente sinistra; e invece, Marta non disse nulla.
A scuola continuò come al solito. Occhiate silenziose, nessuna parola.
Mi cercò al mercatino dell'antiquariato della terza domenica del mese, certa di trovarmi tra i banchetti di cianfrusaglie. Mi prese per un gomito, separandomi dalla mia famiglia.
– Giovedì a casa tua? Noi due dobbiamo parlare.
Non mi lasciò nemmeno il tempo di annuire, e sparì tra la folla. La vivace, spontanea, e ciarliera Marta.
Beh, se non era un comportamento bislacco questo!

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