sabato 17 dicembre 2022

Attonito

Attonito [at-tò-ni-to] agg. Preso da sbalordimento di fronte a qualcosa che impressiona fortemente.

Etimologia: dal latino attonitus, participio passato del verbo attonare, "scuotere col fragore del tuono", e in senso figurato "stordire, lasciare stupito".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Andrea Piacquadio da Pexels


La prima volta che Helena me lo aveva mostrato, ero rimasto attonito di fronte all'impossibile fenomeno. Luce liquida, che pareva sgorgare dai due soli che si erano accesi sulle sue mani. Al solo vederlo c'era da mettere in dubbio la propria sanità mentale, e io l'avevo davvero fatto, per i primi dieci, lunghissimi secondi.
Poi mi ero ricordato che prima di mostrarmelo lei me ne aveva parlato, perciò lo vedeva anche lei; quindi se ero diventato matto, voleva dire che eravamo matti in due. Una pazzia condivisa era forse più probabile di una persona le cui mani generavano una fonte di luce, e di una luce che si comportava in modo simile all'acqua, scivolando giù dalle sue mani giunte una volta che le aveva riempite. Avvertirne il calore sulle mie dita, quando tentai invano di raccoglierla, mi diede il senso di concretezza che i miei occhi non avevano saputo offrirmi. Forse fu l'euforia che pareva irraggiarsi nel mio corpo a quel contatto, ma ormai avevo smesso di elaborare ipotesi su come Helena potesse avermi suggestionato nel parlarmene, e accettavo quel fenomeno come totalmente, inconfutabilmente reale.
L'avevo accettato. Era solo... un'altra delle tante cose che la rendevano speciale.
Ma non avevo smesso di sorprendermi quando lei lo faceva liberamente in mia compagnia, quando si svegliava di notte e invece di accendere la lampada sul comò faceva brillare le sue mani, quando si aggirava per casa nel buio della sera con le mani giunte e una luce irreale che si rifletteva sul suo volto.
Helena non temeva più di sconvolgermi nel mostrarmi il suo dono, o il suo potere, o qualunque cosa fosse. Ma le ci vollero molti mesi prima di arrivare a raccontarmi tutto, di come quella luce che era stata la normalità nella sua infanzia era scomparsa alla morte di suo padre, e di come l'aveva ritrovata quando aveva conosciuto me. Mi lasciò attonito scoprire che Helena pensava che fossi io, non lei, quello speciale.

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