sabato 24 dicembre 2022

Melopea

Melopea [me-lo-pè-a] s.f. mus. Composizione melodica di ritmo lento spesso ispirata a motivi liturgici; estens. lenta melodia.

Etimologia: dal tardo latino melopoeia,a sua volta derivato dal greco melopoiía, composto da mélos, "canto", e da poiéo, "faccio, compongo".



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Foto di Blue Ox Studio da Pexels


Mi ero seduto in fondo, sulla panca dell'ultima fila, mi dissi, perché ero arrivato in ritardo e non volevo disturbare. Il coro, in piedi alla sinistra dei musicisti, stava intonando una solenne melopea in una lingua che non mi era familiare, latino forse, ma non ci avrei messo la mano sul fuoco. Sembrava un inno liturgico, la qual cosa non era affatto inaspettata dato il luogo in cui mi trovavo. Sul fondo della navata centrale, poco più avanti dell'altare, era stato fatto spazio per le sedie occupate dai musicisti e per i leggii con gli spartiti, ma a parte questo, nulla era mutato nella disposizione della chiesa. Quello rimaneva un luogo sacro e io non ero certo di essere il benvenuto.
Tuttavia, finché nessuno fosse venuto a cacciarmi, a intimarmi di tornare tra i mostri e i pagliacci, io sarei rimasto lì, cercando di non farmi notare, pregando che non accadesse nulla che mi facesse notare. Non era del tutto sotto il mio controllo, in fin dei conti.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai al ritmo lento del violoncello e del violino che si univano alla melopea di voci placide, languide come lanterne trasportate da un fiume, fiamme di candela a rischiarare la notte più lunga. Lievi increspature stravolsero per un istante i riflessi in quell'immaginario corso d'acqua quando voci e strumenti duellarono in un crescendo potente che risvegliò qualcosa dentro di me, un ringhio, un agitarsi di belva. Respirai profondamente, come mi aveva insegnato a fare Demi. "Smettila!" intimai al mostro dentro di me, "sta buono, è Natale!"
Non so se la cosa si calmò perché la musica si era fatta lenta e pacata, o se rallentare il ritmo del respiro aveva funzionato, o se avesse capito il senso di ciò che avevo pensato.
Demi aveva assicurato ad Antares che ero pronto per tornare in città da solo, senza qualcuno che mi sorvegliasse, eppure io non mi sentivo pronto.
Mi ero seduto in fondo, sulla panca dell'ultima fila, perché se le cose si fossero messe male, lì ero più vicino all'uscita.

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