sabato 10 dicembre 2022

Nume

Nume [nùme] s.m. 1. lett. Presenza della divinità nel mondo; volontà, potenza divina. 2. Divinità mitologica e religiosa pagana; dio. 3. fig. Persona dotata di grande autorità e carisma, che diventa quasi oggetto di culto (in senso enfatico e talora con sfumatura ironica).

Etimologia: dal latino numen, "cenno della testa", inteso come segno di comando. Per associazione di idee sta a indicare la volontà e la potenza degli dei dal cui cenno tutto dipende.



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di ARMAN ALCORDO JR. da Pexels


Era stata la volontà di un nume, disse mio marito, quando tornò a casa dalla caccia con una bocca in più da sfamare e una storia assurda sulle labbra. Io glielo avevo detto di non uscire a caccia nel giorno degli spiriti, che tante persone erano scomparse nella foresta quel giorno, e dunque era meglio starsene chiusi in casa, ma Arg no, non mi aveva dato retta, quella testa dura. Era uscito lo stesso, lasciando a casa me e i nostri figli a pregare Tarasia, dea del focolare, affinché potesse fare ritorno. E lui tornò, ma non da solo.
Arg disse che un cervo lo aveva quasi ucciso, ma poi era spuntata dal nulla Carecnus, la dea della caccia, che lo aveva salvato e gli aveva affidato la bambina.
Lo so, il mio primo pensiero, come sarebbe accaduto a ogni brava moglie che conosce il proprio marito, era stato di immaginare che lui fosse andato a caccia ubriaco, e che avesse incontrato una donna qualunque con una qualunque figlia di troppo. Ma il medaglione che la bimba portava non era cosa che potesse procurarsi una donna qualunque. Troppo prezioso. Era come il simbolo che c'è sulla parete del Tempio, proprio come quello, perciò era normale pensare che la bimba fosse sotto la protezione di qualche nume, o forse di tutti e dieci, e che non mi conveniva trattarla male.
Avevo anche pensato di venderlo, il medaglione, per procurarmi quel che serviva a sostentare la mia famiglia e di conseguenza anche lei, ma che ne avrebbero detto gli dei se le avessi tolto qualcosa che le apparteneva? Così li avevo tenuti nascosti, lei e il suo medaglione troppo prezioso, e avevo detto ad Arg e ai bambini di non parlarne a nessuno.
Finché non giunse il daya-he di Carecnus, la festa in onore della dea, e in quel giorno sarebbe stato di cattivo auspicio non portare la bambina al tempio date le sue origini. Allora la gente lo vide, e la voce si sparse, e giunsero infine alla nostra casa gli emissari di un nume terreno che nella sua saggezza liberò la mia famiglia da un compito troppo gravoso.

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